Valutazione dei rischi e Formazione in tempi di Covid-19
Ogni azienda è diversa, in quanto il datore di lavoro è diverso, sono diversi i lavoratori, sono diverse le attrezzature, sono diversi i luoghi di lavoro e la loro disposizione. C’è inoltre una diversità a livello di cultura d’impresa, una differenza nella qualità e nella personalità delle risorse umane.
Questa è la premessa da cui partiamo in ogni nostra valutazione dei rischi anche in tempi di Covid-19, tenere conto della soggettività e delle particolarità dell’azienda.
Il nostro servizio non è mai stato e non è “chiavi in mano”, ma sempre in stretta collaborazione con il datore di lavoro; un metodo questo che porta necessariamente all’individuazione ed alla quantificazione dei veri fattori di rischio e degli autentici problemi aziendali specialmente ora in tempi di Covid.
La formazione e l’addestramento si configurano, segnatamente ora, come strumenti privilegiati che l’azienda ha a disposizione per costruire, divulgare e mantenere prassi, procedure di sicurezza efficaci, semplificate e durature.
Cosa fare ora
Tutte le imprese attualmente attive devono aver attuato, sin dal 14 marzo 2020, il Protocollo aziendale di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19. Questo protocollo evidenzia le specifiche procedure preventive adottate ed illustra dettagliatamente le intenzioni proprie dell’azienda per regolare le modalità di ingresso, le modalità di accesso, la pulizia e la sanificazione in azienda, la gestione di spazi comuni e l’organizzazione aziendale in termini di livelli produttivi.
Situazione dopo il 4 maggio 2020
In attesa del “Decreto Aprile” sappiamo già (Fonte INAIL – Documento tecnico) che non tutte le aziende riapriranno, ma a tutte verrà attribuita una classe di rischio distinta in basso, medio-basso, medio-alto ed alto. In vista della prevenzione del rischio di infezione SARS-COV-2 sarà quindi necessario integrare il Documento di Valutazione dei Rischi in termini di:
Misure organizzative
– gestione degli spazi di lavoro rimodulati nell’ottica del distanziamento sociale,
– gestione degli spazi comuni in vista della riduzione delle presenze con la turnazione nella fruizione degli stessi,
– organizzazione e orario di lavoro con la ridefinizione di orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro.
Anche l’accesso dei clienti potrà avvenire secondo modalità, percorsi e tempistiche ben definite dalle specificità e particolarità dell’azienda.
Misure di prevenzione e protezione
– informazione e formazione che tengano conto sia del contesto lavorativo sia della sensibilità al rischio Covid dei lavoratori per accrescerne la consapevolezza nell’adozione di comportamenti di prevenzione individuali,
– misure igieniche e di sanificazione degli ambienti la cui messa a punto tiene conto del ciclo produttivo aziendale,
– utilizzo di mascherine e DPI, anche in questo ambito è determinate la valutazione delle singole mansioni svolte dai lavoratori. Ad esempio è assolutamente sconsigliata una mascherina FFP2 per un impiegato mentre può essere utile per un direttore tecnico dei lavori che si trovi ad operare in un cantiere dove tutti gli altri operatori indossano la stessa mascherina FFP2.
Considerazioni finali
Le aziende ed i lavoratori costituiscono una frontiera determinate per il contenimento del rischio di diffusione del virus. Rappresentano altresì lo specchio di un’Italia capace di agire con efficacia, con procedure semplici ma rigorose e con la convinzione che il bene comune coincida con quello aziendale.
Studio Associato Paoli Formazione