Il ministro dell’Economia Gualtieri sul Recovery Found: «È decisivo chiudere il negoziato al più presto, se possibile già in questo Consiglio europeo. Io sono fiducioso»
Ministro Roberto Gualtieri, lo scontro nel governo su Autostrade è stato durissimo, tanto che il premier era entrato in Consiglio dei ministri col decreto di revoca in mano. L’accordo è quello che lei sosteneva?
«Non c’è stato nessuno scontro, ma un complesso confronto con Aspi che si è sbloccato in extremis. A fare la differenza è stata proprio la nostra compattezza. La leadership del presidente Conte, il lavoro della ministra Paola De Micheli e l’impegno di tutto il governo sono stati decisivi. Con questo accordo si apre una pagina completamente nuova. Un regime concessorio più moderno, efficiente ed equo e un’ambiziosa operazione di politica industriale volta a rilanciare un’infrastruttura strategica, imperniata su un investitore di lungo termine come Cassa depositi e prestiti, che vuole offrire una proficua opportunità di impiego del risparmio nell’economia reale e nello sviluppo del Paese».
Che Cdp possa decidere i nuovi soci di suo «gradimento» non è una violazione dello stato di diritto? E il fatto che l’operazione sposti 10 miliardi di debito dai soci privati di Atlantia al socio pubblico di Cdp, lo Stato, la lascia tranquillo?
«È del tutto normale e conforme a pratiche comuni di mercato che Cdp abbia un ruolo nella individuazione di partner strategici e del nucleo stabile degli investitori di lungo termine. Peraltro il progetto prevede la quotazione della società e l’apertura del capitale. Per quanto riguarda il debito, non si sposta da nessuna parte, resta dov’è, in Aspi, che conserverà una redditività adeguata a ripagarlo, senza gravare in nessun modo sul bilancio dello Stato».
Di Maio dice che la minaccia di revoca resta. Avete paura che il negoziato naufraghi? Chi decide e come si decide il prezzo della transazione fra Atlantia e Cdp?
«La chiusura del procedimento di revoca è legata ad altre questioni, come l’accettazione integrale e incondizionata del nuovo regime tariffario, il pagamento di compensazioni congrue e l’applicazione di un regime di risoluzione finalmente equilibrato. Il prezzo della transazione tra Atlantia e Cdp sarà definito nella trattativa che loro concluderanno».
Tra Golden Power rafforzata, Aspi, Alitalia, Ilva e interventi di Beppe Grillo su Tim, il governo mostra un volto dirigista e un po’ venezuelano. Perché un investitore estero dovrebbe rischiare i suoi capitali in Italia?
«Non è così. Molti Paesi hanno rafforzato i poteri di monitoraggio e autorizzazione degli investimenti esteri, così come l’intervento dello Stato. La volatilità forte dei prezzi di borsa, le tensioni geopolitiche e commerciali, la rilevanza strategica crescente della proprietà intellettuale e della tecnologia, l’esigenza di rilanciare gli investimenti, ovunque depressi, anche a causa del prevalere di logiche di tipo finanziario sono alla base di queste tendenze poi rafforzate dall’emergenza del Covid».
Fonte Corriere della Sera – intervista a cura di Federico Fubini e Monica Guerzoni