L’Europa s’è desta. E questo vale qualunque cosa decidano di fare i suoi ministri economici — impegnati in queste ore in accese riunioni a distanza — e soprattutto i suoi leader. S’è desta perché il virus, molto più della crisi economica degli anni scorsi, con il suo carico di lutti e sofferenze la costringe — ci costringe tutti — a interrogarsi davvero sulla sua anima e i suoi scopi. E a costo di essere troppo ottimisti, la sensazione è che dopo il muro contro muro iniziale si possa cominciare a considerare meglio le ragioni degli altri