“Ma quanto prendo di cassa integrazione”? Arrivano in Studio non poche telefonate con queste domande. “Ma non era l’80% della mia retribuzione”. Purtroppo non è così.
Proviamo a rispondere. L’importo dell’integrazione salariale viene calcolato sull’80% della retribuzione ma nel limite di un massimale che ogni anno l’Inps comunica. Per l’anno 2020 abbiamo: per chi percepisce una retribuzione mensile oltre euro 2.159,48, il massimale su cui calcolare l’importo di integrazione è 1.199,72, mentre per i dipendenti della fascia inferiore (la maggior parte) è 998,18.
Calcoliamo l’integrazione su un massimale di euro 998,18. Il massimale si divide per le ore teoriche lavorabili nel mese. Prendiamo in esame il mese di marzo.
Per un orario settimanale di 40 ore su 5 giorni, che è quella più diffusa, in base al calendario di marzo 2020 le ore lavorabili sono (40 ore: 5 giorni) x 22 giorni = 176. Pertanto dividendo il massimale mensile di 998,18 per le ore teoriche del mese di marzo si ha un importo orario di euro 5,67.
La legge 41/1986 prevede che venga applicata una prima trattenuta del 5,84% (corrispondente all’aliquota dell’apprendista). E pertanto la quota oraria scende ad euro 5,34. Su tale importo lordo va poi trattenuta l’irpef che varia a caso a caso. Usiamo l’ipotesi più diffusa e cioè il prelievo del 23% (euro 1,23). Si arriva pertanto ad un importo orario netto di 4,11.
Quindi, tornando al nostro esempio e ipotizzando 40 ore di cassa integrazione sarà necessario moltiplicare 4,11 x 40, ottenendo un netto di 164,4 euro. Invece tutto il mese approssimativamente avremo un importo netto di euro 723 euro.